Il sociologo Zygmunt Bauman ha coniato una celebre espressione definendo quella contemporanea come una società liquida, per indicare come siano venute meno le strutture solide che, fino a non molto tempo fa, davano forma stabile alla nostra esistenza e al nostro modo di intendere la realtà.
Ma a uno sguardo più attento non può sfuggire che non è soltanto la società ad aver perso consistenza: anche il pensiero, la cultura, la natura, il lavoro, la famiglia, l’amore e perfino l’identità sembrano oggi attraversati da una profonda instabilità. Tutto appare liquido, provvisorio, trasformabile a piacere.
A sostenere questa visione del mondo contribuisce un processo culturale molto potente, che si può chiamare decostruzione: l’idea, cioè, che ogni riferimento stabile – ogni tradizione, ogni simbolo condiviso, ogni significato ereditato – debba essere smontato, criticato e relativizzato, spesso trattato come uno stereotipo da superare.
Con uno sguardo ai cartoni animati e uno alle pubblicità, con un’attenzione alle “best practice” oggi diffuse nella scuola e un richiamo alla filosofia della seconda metà del Novecento, proponiamo un percorso di riflessione per individuare i mattoni fondamentali di questa corrente di pensiero radicale. Una corrente che, indossando lenti capaci di deformare la realtà, finisce per confondere l’esperienza concreta con il desiderio soggettivo, e per invertire i riferimenti originari (quelli che una volta chiamavamo modelli fondamentali o figure simboliche condivise) con semplici cliché da decostruire.
Vi aspettiamo DOMENICA 18 MAGGIO 2025 alle ore 15:45 al teatro della parrocchia di San Bernardo di Chiaravalle a Roma (Via degli Olivi 180). L’incontro terminerà entro le ore 18:30
Il Consiglio direttivo di Archè